Che ne sarà della moda

Gli addetti ai lavori della moda provano a ripartire e lo fanno con una nuova consapevolezza quella della sostenibilità.

Moda sostenibile

Il covid ha portato un rallentamento nei consumi delle persone. Un nuovo modo di acquisto più consapevole. Alcuni stilisti si sono adeguati a questa nuova consapevolezza e hanno deciso di rallentare. In questo caso il rallentamento non ha portato a fermare la produzione ma a ripensarla in maniera diversa.

Una produzione più etica e più sostenibile per l’ambiente.

Mango ad esempio ha pensato di recuperare le 32 tonnellate di vestiti sparsi nei 400 punti vendita in Europa per produrre la collezione ecosostenibile Second Chances. Mentre Diesel ha prodotto la nuova collezione di jeans con delle tecniche che riducono del 40% l’uso di acqua insieme a prodotti chimici certificati Green Screen.

Giorgio Armani

Un concetto quello della sostenibilità che si lega alla lettera scritta da Giorgio Armani al mondo della moda. Un moda che deve rallentare i ritmi forsennati che il fashion system ha adottato in questi anni. Non è giusto che un capo rimanga in negozio tre settimane per poi essere sostituito da un altro. È uno spreco, non si ha tempo di analizzare una collezione che subito bisogna crearne un’ altra. I capi devono essere acquistati per durare nel tempo, non per essere indossati una volta e poi dimenticati e buttati. Il periodo che stiamo vivendo è una meravigliosa opportunità per ripensare la moda in maniera autentica. E ci piace pensare che questo stia già avvenendo.

Un pensiero molto vicino a quello di Massimo Mantovani, fashion photographer di Carpi da sempre sostenitore di una moda più intelligente, più esclusiva e di qualità.

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