Chi è Armine Harutyunyan

Partiamo dal fatto. Secondo una notizia ufficiosa, il nome di Armine Harutyunyan, modella 23enne di origini armene, sarebbe comparso nella classifica delle 100 donne più sexy del mondo messa giù dal direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele.
Quasi immediatamente gli haters si sono scagliati contro “l’aspetto non convenzionale” della ragazza. Sopracciglia molto folte, viso ossuto, naso allungato e adunco, labbra sottili.

A questo punto si è aperta, all’interno dell’opinione pubblica italiana, la gara concettuale all’apologia della bellezza.

Ma la moda ha a che fare con la bellezza o con i contenuti? Con la forma o con la sostanza? Con l’estetica o con la personalità? La modella è brutta, è bella? Deve davvero interessarci?

Lo chiediamo a Massimo Mantovani, noto fotografo di moda di origini carpigiane.

Insomma, Massimo, la modella di Gucci è bella o brutta?
Io credo che il bivio “bello”, “brutto” sia soltanto una mera scorciatoia mentale.
Più che chiedermi se la modella è bella oppure brutta, io mi sono chiesto se fosse o meno adatta.

Adatta a che cosa?
Beh, è semplice. A sollevare un gran polverone.

C’è stata una volontà precisa da parte di Alessandro Michele?
Credo di sì. D’altronde, ormai il fashion marketing si nutre di scelte strategiche e di rottura con l’esperienza precedente. Tutto per alimentare una sorta di circo mediatico attorno al settore del lusso, per dargli attenzione, valorizzarlo, lodarlo.

È giusto disquisire sul fatto che la ragazza sia adatta oppure no?
Discorrere se la ragazza sia inadatta alle passerelle è un gioco pericoloso. Credo che nessuna ragazza non sia adatta a vestire la moda e a calcare le passerelle. La parola d’ordine, oggi, è “inclusività”.
Tuttavia non si tratta di ragionamenti immediati, anzi, si mettono in moto meccanismi complessamente raffinati. Chi dice male della modella sbaglia.
Chi asserisce che la collezione sia brutta sbaglia ancora.
Ma a sbagliare, fateci caso, non è mai Gucci. Che incassa la ribalta mediatica.

Condividi questa strategia apparentemente geniale?
Sono tentato di fargli tanto di cappello, ma poi mi fermo. Mi resta l’amaro in bocca.

Perchè?
Dove finisce il marketing e dove inizia l’etica? Mi chiedo. E mi rispondo che il mercato necessita di una morale.

Qual è il tuo punto di vista sulla modella?
Onestamente io rifiuto di giudicarla sulla bellezza perché sento di non aderire ad un “gioco” di cui non condivido le regole. Posso dire, semmai, che si tratta di una modella scarsamente espressiva dal punto di vista fotografico. Nella mia esperienza professionale ho incontrato donne che possedevano canoni estetici più armonici e più coerenti e se vogliamo dirlo, più affezionati agli standard.
Ma questo non c’entra niente.
Si tratta di una trappola psicologica molto sottile.
Lui ci mette difronte a un politicamente scorretto. Noi siamo qui, sull’orlo di un precipizio etico.

Come reagire?
Se la modella è bella allora lo siamo anche noi, anche se ci allontaniamo dallo standard classico a cui siamo abituati. E poiché non ci siamo mai creduti nella nostra vita modelli e modelle, allora vuol dire che è la ragazza ad essere brutta, no? E iniziamo ad attaccarla. A parlarne “male”.
Ecco l’acrobazia psicologica a cui ci spinge Alessandro Michele.
Le colpe non sono mai imputabili a lui perchè siamo noi a parlare male della modella, anche se Gucci si prende la scena.

Dunque la modella è solo un pretesto?
La modella non è altro che un paravento. Michele è nascosto alle sue spalle e se la ride mentre noi dibattiamo guardando le fazioni sfidarsi con il coltello tra i denti.
Un sottile ricatto non detto ma percepito in cui la vera vittima è l’immagine della modella. E in cui tutti, pare, umanamente e intellettualmente perdiamo.

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