Il servizio “Life under the Volcano”

Questo servizio nasce da una ricerca personale. In questa ricerca ci siamo chiesti com’è vivere in una zona vulcanica ad alto rischio, come potrebbe essere nelle aree intorno al Vesuvio o all’Etna.

La vita si colora di sentimento, in contrasto col paesaggio nero e lunare.
La sensazione incessante, sottopelle, che la vita possa finire da un momento all’altro portano a considerare i sentimenti e le emozioni come i veri motori dell’esistenza, di un’esistenza che essa stessa ti ricorda di essere effimera.

La filosofia di fondo

Ogni evento della vita si carica di significato e si esprime come in un rito, in una rappresentazione teatrale.
Camminiamo insieme ma da soli verso un limite che vogliamo guardare, con un tono di sfida rassegnata, consolandoci in un silenzio comune.
Anche le vesti sono piene di significato, dialogano con un contesto molto presente e si caricano di austera solennità senza rinnegare una femminilità che sfida la sorte e il giudizio.

Simbolismi

Cosa c’è di meglio di una carezza, di un abbraccio, di un contatto fisico, quando condividiamo un’emozione?
Ogni cosa che ci succede ha un suo sapore, sapore prima che significato, siamo umani, c’è qualcosa in noi, nelle nostre anime, che circonda ogni fatto con un’aura di sentimento e di emozioni.
È qualcosa di misterioso che non va oltre la ragione ma non è nemmeno prima di essa, in noi ragione senza sentimento ci può portare alla pazzia o al distacco dal mondo.
Essere vicino, toccarsi, delicatamente o con vigore, tacere o urlare, sono i frutti delle migliaia di vite che già abbiamo vissuto, in ogni forma, in ogni tempo, e annunciano le prossime vite nelle prossime generazioni.

I riferimenti a Lindberg

Peter Lindberg ha coltivato e imposto una sua estetica, l’apprezzamento per la verità, rifiutando ogni forma di artificio e l’autenticità che giunge all’anima più profonda dei suoi soggetti.
In questa ricerca personale ho utilizzato i codici stilistici di Lindberg come richiamo alla sua aderenza con una idea di verità che ne cancella delle parti, per renderla più essenziale e più mentale.
Il Bianco e Nero si disfa dei colori, non gli servono, per descrivere o, più spesso, suggerire qualcosa che a volte non ha ancora un nome e di cui la poetica ne dovrebbe coniare uno.
La fotografia suggerisce e suggestiona, non dà risposte ma, semmai, domande a cui spesso preferiamo non replicare per gustarne di più l’indefinito sapore.

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