Quello che la gente non vuole:
gli effetti del Covid sulle case di moda

In un periodo che non ha fatto sconti a nessuno e che ha colpito in maniera a dir poco feroce decine di settori, tra cui quello della moda, sembra quasi obbligatorio interrogarsi in maniera fattiva sul condizionamento che ha avuto la pandemia sulle persone e sulle loro abitudini.
Ma, ecco il punto, interrogarsi come? Con quale scopo? Da quale punto di vista?

Ce lo spiega Massimo Mantovani, noto fotografo di moda di origini carpigiane, in una interessante chiacchierata. Mantovani è fotografo dal 1981. Il suo rinomato Studio Magenta si trova in via Svoto Cattania a Carpi di Modena.

Che effetti ha avuto il Covid sullo stile di vita delle persone?

Beh, la conseguenza più chiaramente visibile è il fatto che le persone, da ormai un anno, sono costrette a una clausura forzata in casa senza grosse possibilità di approcci.
Questo che cosa significa? Che tutti sono molto meno propensi agli eventi sociali. Nessuno sembra avere stimoli diversi dallo stare sepolti in casa. Nessuno ha voglia di prepararsi, vestirsi, imbellettarsi come prima.

E qual è stata la risposta della moda a questa assenza di stimoli “sociali”?
La risposta delle case di moda è stata pressoché immediata: realizzare collezioni ad hoc in cui tutoni chic, pigiamoni fashion, maglioni avvolgenti la fanno da padrone.

Ma è la strada giusta?
Ecco, è questo il punto. È questa la domanda che io sto ponendomi nelle ultime settimane. Crediamo davvero che questa sia la nuova strada della moda per la stagione Autunno Inverno 2021/2022? E quando il Covid (lo speriamo) finalmente sarà finito? Il vero problema è che gli stilisti hanno già disegnato le ultime collezioni e molto probabilmente sono stati fortemente condizionati dal Covid e dal sentire che ora è dominante.

Che cosa intendi?
In base alla mia esperienza io penso che tra 10 mesi potrebbe invece avere luogo una sorta di “revenge shopping”, cioè una “vendetta” da parte dei consumatori e soprattutto delle donne. Che cosa significa? Che dopo più di un anno trascorso in casa, tra plaid e calzettoni, e al di fuori della vita sociale, le donne forse propenderanno per una richiesta diversa, vorranno qualcos’altro dalle aziende di moda. Le donne probabilmente vorranno tornare a sentirsi sexy, a vedersi chic ed eleganti, e scacceranno del tutto i pensieri negativi legati al lockdown, alla pandemia, all’isolamento, ai pigiamoni, alle tute, e ai leggings comfort. Si tornerà a teatro, nei ristoranti e nelle strade dello shopping, si viaggerà e si vorrà riprendere uno stile di vita abbandonato forzatamente.

Che cosa credi che dovrebbero fare le aziende di moda per anticipare i tempi?
Forse sarebbe meglio essere lungimiranti, pensare a un vero e proprio “ritorno in società” di tutti, proponendo qualcosa che risponde ai desideri delle persone.

Ma che cosa vuole la gente?
La risposta non possiamo darla noi. Come facciamo a sapere che cosa vorrà la gente domani?
Credo che sia molto più facile sapere quello che la gente non vuole più. È da lì che bisogna cominciare. Temo però che ormai sia troppo tardi, le collezioni per l’inverno 21/22 sono ormai uscite e vedremo chi e come vincerà la scommessa.

Prospettiva interessante. Ma chi è in grado di sapere che cosa la gente non vuole?
I comunicatori. I fotografi. Gli esperti di marketing. I creativi. Coloro che hanno la possibilità di interrogare il mercato, attraverso delle indagini ad hoc, che ora possono permettersi anche piccole aziende e con risultati molto precisi e poco costosi.

Dunque qual è il ruolo del fotografo di moda nei confronti delle case di moda?
Il fotografo ha il ruolo non solo di fotografare l’ultima collezione ma anche quello di dare indicazioni creative che seguiranno le tendenze e che fanno in modo che le ultime creazioni non siano un tiro di dadi. Io, dopo decine di anni di lavoro nella moda mi sono circondato di collaboratori molto specializzati, anche nelle ricerche di mercato, nella scorsa stagione ho aiutato molti miei clienti a superare brillantemente le restrizioni da Covid che hanno reso impossibile fare le sfilate e gli eventi di presentazione delle collezioni Primavera/Estate 2021. Per questa emergenza ho inventato un nuovo metodo di realizzazione dei look book e credo che questo sistema rivoluzionerà il mercato come è già successo nel 1998, quando ho realizzato il primo look book completamente in digitale, dalla fotografia alla stampa, e questo sistema si è imposto subito diventando lo standard che si usa ancora oggi, dopo più di venti anni. Ma il Covid ha accelerato i tempi ed ora siamo pronti a lanciare su vasta scala questa grande novità che racchiude in sé velocità, semplicità e praticità.
Oggi le informazioni sono alla portata di tutti. Le aziende non possono più comportarsi come prima. Hanno il bisogno e l’obbligo di rivolgersi ai professionisti che sono in grado di fare innovazione e di fornire e veicolare le informazioni necessarie.
Devo dire che il fotografo creativo ha anche una marcia in più. Riesce a trasformare queste fredde informazioni in immagini emozionali in modo che il messaggio risuoni in maniera perfetta con le esigenze delle persone dettate dal momento.
Dunque sul “che cosa vuole la gente” mi sento di dire: basta ipotesi. Chiediamo direttamente al mercato, lo sappiamo fare.

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