Moda circolare

L’alternativa green che salva il pianeta

Il caso Carmina Campus

L’industria di moda si muove verso la sostenibilità, un modello che si basa su un’idea di prodotto tessile progettato e realizzato per resistere più a lungo possibile.

Moda circolare… un filosofia di vita

Sapevi che per realizzare un paio di jeans occorrono circa 10 litri d’acqua?
Il settore tessile è al secondo posto nella classifica delle categorie più inquinanti del Pianeta. Qual è il suo futuro? La moda circolare. Con questo termine si fa, senza dubbio, riferimento all’economia circolare, cioè un’economia che si basa sull’organizzazione dei rifiuti, sul mantenimento di risorse e materiale e, soprattutto, sulla rigenerazione degli stessi. Dunque l’industria dell’abbigliamento si sta sempre più indirizzando verso l’offerta di prodotti di alta qualità, destinati ad avere una lunga vita.

Una vera e propria arma contro il fast fashion, cioè la produzione di abiti di scarsa qualità presenti in commercio a prezzi più che ridotti.

I principi della moda circolare

Moda circolare significa, in semplici parole, vestirsi e fare acquisti in modo responsabile e sostenibile.

Una filosofia che si basa su alcuni principi:

• Riciclo e Zero Sprechi: regalare o rivendere capi che non si indossano più, invece di gettarlo
• Creatività: reinventare e dare nuova vita a un vecchio abito
• Ecologia: l’obiettivo è quello di abbracciare un sistema produttivo a basso impatto ambientale, così da ridurre il più possibile il fenomeno dell’inquinamento

Il caso Carmina Campus

Nata nel 2006 Carmina Campus, brand di alta moda nato da Ilaria Venturini Fendi che, dopo un lungo periodo trascorso lontano dalla moda per lavorare la terra, ha unito sostenibilità e lusso. È un esempio cardine che unisce ecologia e fashion luxury.

Un pensiero molto vicino a quello di Massimo Mantovani, fashion photographer di Carpi, da sempre sostenitore di una moda più intelligente, più esclusiva, più sostenibile e di qualità.